cd Tomba di Agrippina
Settembre 1, 2018 No Comments Bacoli,Napoli,Parco Archeologico dei Campi Flegrei Amministratore

Sull’arenile della Marina di Bacoli sorgono i resti di una costruzione di epoca imperiale, la cd “Tomba di Agrippina”, la cui denominazione impropria deriva dall’erronea interpretazione della testimonianza letteraria di Tacito sulla morte di Agrippina madre di Nerone. Tacito racconta che dopo il suo assassinio sarebbe stato innalzato un modesto sepolcro, un semplice tumulo, sulla via di Miseno non lontano dalla villa di Cesare.

La tradizione erudita settecentesca e ottocentesca ha voluto credere che il monumento fosse il vero sepolcro di Agrippina, non tenendo conto dell’eccessiva vicinanza al mare e della lontananza della strada antica, oggi ripercorsa dal tracciato moderno e in posizione elevata. In realtà il monumento è un teatro-ninfeo, parte di un’imponente villa marittima che doveva estendersi fino al crinale della collina, andata distrutta o parzialmente inglobata nelle costruzioni moderne. L’impianto originario della struttura, un odeion (teatro coperto per audizioni musicali o spettacoli mimici) di età augustea o giulio-claudia, di cui si conservano solo i segni delle gradinate, fu trasformata in un ninfeo esedra tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. Del monumento oggi risultano visibili tre emicicli posti a livelli differenti a partire da m 1,30 al di sotto del livello della spiaggia attuale. Dall’emiciclo inferiore, con pareti ornate da nicchie, un ambulacro successivamente murato doveva mettere in comunicazione questa parte della struttura con la villa retrostante.

L’emiciclo mediano, coperto da una volta rampante, presenta lungo la parete esterna tre aperture intervallate da finestre; da qui due scale conducevano al piano superiore. Allo stesso livello dell’emiciclo mediano si trova il terzo emiciclo, la cui volta è crollata insieme a parte della parete esterna; si conserva la parete interna decorata da semicolonne rivestite in stucco come i capitelli di ordine corinzio. Lo spazio dell’emiciclo appare suddiviso da setti trasversali, costruiti quando l’odeion fu trasformato in ninfeo determinando la soppressione di buona parte delle gradinate e la realizzazione di una cisterna a cielo aperto, ubicata alle spalle degli emicicli.

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